venerdì 16 luglio 2010

(Contro)Fistinu: Philippe Daverio e i palermitani


La rissa verbale tra Philippe Daverio, direttore artistico del Festino 2010, e i palermitani, tra cui gli sfollati di casa Guzzetta. La lettera aperta che segue, "Caro messiè Daverio...", è stata scritta da Alessandra Notarbartolo, ed è diventata in poche ore il manifesto del dissenso di una Palermo stanca e infuriata. Nella giornata seguente all'acceso diverbio, Daverio ha comunicato la sua decisione di abbandonare una città che non lo capisce per tornare nella sua Milano. Dopo una scena simile, e un Festino così stereotipato, Palermo ne sentirà davvero la mancanza.




Cher messiè Daverio...

no, messiè no. Lei signore non lo è affatto. Cher sì, caro, carissimo. Direi esoso. Direi vergognoso. Pancia piena e tristezza infinita. Squallore. Pietà. Come il "suo" festino. Anzi, come il festino suo e del suo degno compare, il fantasindaco. Le scrivo questa lettera stanotte, stanca morta e con i piedi gonfi dopo 7 ore di cammino per la MIA città, perchè ho paura che domani mattina avrò dimenticato le sue parole. Che invece voglio che rimangano ad imperitura memoria, voglio ricordarle e ripeterle, una ad una. Perchè lei, invece, il coraggio di ripeterle in diretta televisiva non lo ha avuto. Pavido e pusillanime. Del resto, cosa ci potevamo aspettare da chi ha deriso con la sua finta eVVe moscia gli operai della Gesip che protestavano contro gli sprechi del festino mentre la città muore? Nient'altro che fogna, la sua bocca. "Cicciona di merda" ha urlato in faccia a Mimma, mamma di casa Guzzetta che le ricordava che sua figlia dorme per strada da 1 mese, mentre lei ingrassa coi soldi della città. "Cicciona di merda", che detto da lei suona come un vero ossimoro, una battuta da cabaret. "Peggio per te che hai fatto 13 figli se non li potevi campare" ha continuato. E poi "merda" vomitato almeno 10 volte verso chi le diceva di vergognarsi. "Finto disoccupato!" ha urlato per zittire Peppe. Cos'è, un nuovo insulto nel suo lessico peVsonale? E infine, l'apoteosi: a chi le urlava "fascista", lei orgoglioso ha risposto "sono stalinista! e se fosse per me quelli come voi si sarebbero già estinti". Quelli come noi, Daverio? E chi siamo noi? Poveri? Derelitti? Umiliati e privati dei diritti più elementari da un sindaco e da una giunta che hanno messo questa città in ginocchio e prendono 200 mila euro dal fondo di emergenza per pagare lei? E chi è lei, invece? Io mi ricordo di lei. Lei è quello che vive di arte, ama l'arte, e quando per questo venne chiamato dagli studenti che occupavano l'accademia delle belle arti di Palermo per chiederle di sostenere la loro lotta, rispose ridendo che un grande architetto come lei non si sarebbe mai e poi mai mischiato con degli "artigiani" come loro. Io mi ricordo chi è lei. Lei è quello che ha fatto un video, messo su youtube, in cui definiva "vergognosi" gli italiani che si fermavano per la partita dei mondiali, dimenticando lo scempio che sta subendo l'Italia. Lo snob al contVaVio. Lo scempio di Palermo però lei lo ha dimenticato in un nanosecondo, il tempo che ci è voluto per intascare quei 200 mila euro. E' orgoglioso del suo lavoro, Daverio? E' fiero di se stesso? Si è accorto che il suo festino è stato in assoluto il più deserto della storia? Si è reso conto che la nostra manifestazione paradossalmente glielo ha salvato perchè ha portato in piazza i tre quarti delle persone che c'erano stasera? Guardi i dati, Daverio. Non si fidi di me, chieda alla Digos. "Non c'è nessuno" continuavano a ripetere "ci siamo solo noi e voi. Un risultato politico potete dire di averlo raggiunto!". Che tra parentesi detto da loro è un successone. Per NOI, naturalmente. Lei ha fatto una figura, professionalmente, che definirla di merda sarebbe già un eufemismo, Dorma tranquillo stanotte, Daverio. Ci sono cose che lei non avrà mai. Coscienza, dignità, eleganza. Dorma beato, come tutti gli ignoranti, che non sanno e non sapranno mai di non avere.

[Lettera aperta di Alessandra Notarbartolo]


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