Frank Carter è tornato.
Due volte.
E per quanto lo storico Bond-Connery
abbia insegnato a tutti che “Si Vive Solo Due Volte”,
Frank sembra avere tutte le intenzioni di tornare anche per un terzo
round (anzi, lo ha già fatto), e magari perdurare finché le energie
degli autori e le attenzioni dei lettori lo supporteranno.
Un riassunto per i neofiti. Frank
Carter nasce come web comic su testi di Carlo Coratelli e per i
disegni di Fortunato Latella nel 2009 sul portale di Shockdom (realtà
editoriale ormai consolidata e fucina di artisti esordienti negli
spazi virtuali) e si “reincarna” in un primo volume cartaceo nel
2012 con il marchio Red Publishing. Le Avventure di una Spia per
caso, pubblicate per la prima volta online con cadenza
quindicinale, si ispirano dichiaratamente alla scuola del fumetto
franco-belga, sia per la scelta grafica della cosiddetta linea
chiara, sia per il tono avventuroso e vagamente retrò delle sue
storie. La matrice del racconto è da cercare nella tradizione della
spy-comedy hollywoodiana, dove un individuo qualunque, senza alcun
addestramento ma pieno di spontanea iniziativa, si trova coinvolto
suo malgrado in intrighi di portata (hitchockiana) internazionale.
Dopo i primi due archi narrativi
(“Equivoco a Casablanca” e “La formula Zolta”)
già raccolti nel primo volume cartaceo, Frank Carter è ancora una
spia, anche se quel “per caso” ormai si è un po' perso per
strada. Infatti, secondo l'antica, ingenua tradizione delle strip
avventurose della golden age, i servizi segreti hanno riconosciuto il
potenziale del nostro uomo qualunque, che adesso può essere
richiamato a collaborare con il governo per operazioni pericolose in
qualunque momento. Ed è questo lo scenario che ci presenta la
seconda trasferta cartacea di Frank Carter nel volume che raccoglie
“Il Maestro di Cera” e “Prigioniero di Ares”.
Lo spirito del fumetto di Coratelli e
Latella (cui subentra Marco Performato nella seconda metà del
volume) rimane invariato. Avventura spensierata e atmosfere
leggerissime che ammiccano alla cultura popolare di un tempo andato,
partendo dal cinema e attraversando i punti cardine della gloriosa
storia delle strisce syndacate. Storie semplici, basate su twist
narrativi calibrati e scanditi appositamente per colpire la fantasia
del lettore con brevi sequenze disegnate che suscitino l'attesa per
il seguito. Avevamo lasciato la coppia di protagonisti con la notizia
della gravidanza di Jill che in questo volume renderà padre Frank di
un bambino che non potrà (feticisticamente) ricevere un nome diverso
da quello della stessa “spia per caso”, con una venatura di amour
fou che insinua un impalpabile sottotesto inquietante nel rapporto,
cartoonesco e spensierato, di questa coppia felice. Felice di
trovarsi in costante pericolo, in quanto dipendenti dall'adrenalina e
geneticamente insofferenti a una vita di banale quotidianità.
Scherzi a parte, l'elementarità delle storie è da dare per scontata
e non può essere intesa come un difetto della serie, a meno che non
s'ignori del tutto il valore di omaggio e l'esercizio di stile
vintage che è carburante dell'intero progetto. Un progetto (che è
anche una sorta di gioco artistico) nato per riproporre stilemi
antichi (vecchio, ormai, è parola dispregiativa) adattandoli
ai mezzi di comunicazione attuali. E nella fattispecie, soprattutto
il web.
Il Maestro di Cera, il primo
ciclo che compone questa seconda escursione di Frank Carter
nell'universo dell'avventura senza frontiere, parte ancora una volta
come spy-comedy, ma attinge soprattutto ad archetipi del cinema
horror della Hollywood più classica (dovrebbe essere inutile citare
“La Maschera di Cera” e i suoi infiniti remake). E
introduce un nuovo villain che sicuramente darà filo da torcere al
protagonista anche in futuro. I riferimenti ai tratti somatici
dell'attore Vincent Price parlano abbastanza chiaro. Frank Carter
potrà anche essere una spia per caso, ma è un cocktail di cultura
pop organizzato e fortemente voluto. Rigorosamente analcolico, per
essere alla portata di chiunque. Da consumare in bicchieri piccoli e
da buttare giù d'un fiato, godendo di quel velocissimo brivido che
un salto nel passato (e tra diversi mondi dell'immaginario legato
all'intrattenimento) riesce a suscitare, specialmente a chi ancora
possiede il senso della storia.
Nel secondo ciclo qui presentato in
cartaceo, “Prigioniero di Ares”, assistiamo al passaggio
di testimone da Fortunato Latella a Marco Perforato. La cifra
artistica resta omogenea, e il lavoro di Perforato non produce nessun
trauma, restando perfettamente aderente allo spirito del racconto e
alla scelta di stile che fa da base al progetto. Qui assistiamo a un
nuovo scontro diretto dell'ormai rodata spia-non-più-tanto-per-caso
e quella che si è già connotata come la sua nemesi, e cioè
l'organizzazione criminale che si fa chiamare Ares. Se nel capitolo
precedente, Coratelli e Latella si sono divertiti a giocare con gli
archetipi dell'horror classico, qui abbiamo un'escursione nel
territorio immarcescibile delle “escape adventures”, le storie di
evasione. La ricetta non cambia. Un'iniezione di leggerezza (e un
ritmo sostenuto) permettono di narrare anche episodi di violenza e
risvolti drammatici senza che il lettore sia costretto a prenderli
necessariamente sul serio. Riducendo il tutto all'osso della
narrazione avventurosa, dove il sangue, le lacrime, la morte, non
sono reali shock, ma semplici passi di una danza che per essere
eseguita ed essere piacevole non possono essere esclusi. Quel che
conta è l'intrattenimento e la confezione globale. L'origami
completo alla fine di un certosino lavoro di piegatura.
C'è da chiedersi se, a prescindere
dalle intenzioni di partenza, Frank Carter non abbia finito con lo
sconfinare, e da iniziativa volta a recuperare atmosfere ed emozioni
deliziosamente vintage, non si stia progressivamente trasformando in
un esperimento di minimalismo fumettistico, che attinge e sintetizza
in forma essenziale un po' tutti i topos dell'immaginario legato
all'intrattenimento. Una chiave di lettura interessante, che ci fa
chiedere come evolverà ulteriormente la serie.
Se il primo volume cartaceo, con il
marchio Red Publishing, era il risultato di un crowdfunding riuscito,
questo secondo avvento odoroso di tipografia ha avuto un parto più
travagliato ed è reperibile direttamente su ebay. Cosa che fa porre
qualche domanda. Nel frattempo, la spia-non-più-per-caso continua a
correre e a rischiare la pelle sul web, ed è lecito chiedersi se la
somministrazione periodica delle sue avventure in modiche quantità,
concise e accattivanti come caramelle dal sapore proustiano, non
rimanga il suo format per eccellenza. La professionalità è
indubbia, la qualità della confezione anche. Ma il passaggio su
carta e la lettura d'un fiato potrebbe (e il condizionale qui è
d'obbligo) smorzare nel corso del tempo una parte del suo carisma
gioviale e scattante, così legato al revival di un piacere che fu. A
meno che qualcosa nella formula non cambi rotta, e Frank Carter (che
ormai è un avventuriero a tutti gli effetti) non osi di più. Magari
rischiando il collo sul serio (sul piano artistico e commerciale) con
una progressiva maturazione che possa portarlo a un livello
successivo, in grado da reggere la strada ancora da percorrere tanto
sul web che sulla carta stampata. Ricordiamo che serie televisive
diventate di culto, come Buffy del non ancora famosissimo Josh
Whedon, hanno iniziato in termini di grande leggerezza per poi
evolvere in saghe più complesse, dai dialoghi densi e dai colpi di
scena devastanti. Pertanto, chi può dire cosa ne sarà di Frank e
Jill Carter?
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