I supereroi nel mondo reale... che figura farebbero?
In Italia, poi... Mah! In fin dei conti non sarebbero che uomini e donne adulti che vanno in giro mascherati anche se non è carnevale. Possono mai essere credibili i supereroi a confronto con una realtà ruvida, scellerata e contraddittoria come quella del nostro quotidiano? Una domanda, questa, cui molti autori, tra fumettisti e cineasti, hanno tentato più volte di rispondere. Ma la domanda... lo diciamo senza offesa, resta una domanda da... nerd.
Lo sanno bene anche Emiliano Pagani e Laca, quando hanno scelto di intitolare X-Nerd il loro fumetto satirico, già sortito con un primo ciclo per i tipi della Double Shot, e oggi tornato con la nuova miniserie Prima Crociata, edito dalla 001 Edizioni. La domanda di partenza è nerd in quanto tradisce l’intima necessità di una promozione all’età adulta da parte di un immaginario fanciullesco per definizione. Lo sdoganamento di un genere (i supereroi) in un linguaggio (più che in un contesto) che possa apparire più elaborato e in sintonia con i tempi rispetto alla materia originale, solitamente più ingenua e semplicistica. In sostanza, il desiderio di prolungare una fantasia acerba, che ormai mostra i segni del tempo e ci viene stretta come un abitino nel quale, nonostante i molti sforzi, proprio non riusciamo più a entrare. Un po’ come la calzamaglia di Clifford, impresario obeso, ottuso e narcisista, il cui look da vigilante richiama una via di mezzo tra Batman e il Punisher. Ma a Emiliano Pagani, cocreatore di Don Zauker insieme a Daniele Caluri, qui affiancato dal frizzante Laca, non importa un fico secco di sdoganare i miti eroici degli anni più verdi. Attinge piuttosto ai principali cliché dell’epica supereroistica per metterne a nudo gli aspetti più infantili e reazionari. Aspetti scomodi, psicologie discutibili, dinamiche controverse, che sono in realtà legate a filo doppio con la materia di cui son fatti i sogni in tuta e mantello.
I vigilanti mascherati, per Pagani e Laca, non sono che dei fatui idioti, magari più che benestanti, figli di una cultura individualista e superficiale, cagliata nel campanilismo più bieco, che perseguono spesso interessi puramente personali. Clifford, losco imprenditore ricco al pari di Bruce Wayne o Tony Stark, ammazza la noia ripulendo la città dalla feccia rappresentata da extracomunitari e senza tetto. O almeno questo è quello che ritiene di fare. Al suo fianco c’è Shapiro, una macchiettistica versione del sidekick in calzamaglia, beota e razzista. La loro bibbia? Una ferrea conoscenza delle norme che imperano nei fumetti di supereroi, una forza nerd che li anima e li spinge a marciare verso la loro inutile missione. I disegni sardonici di Laca e i testi feroci di Pagani ribaltano la domanda iniziale e sputano in faccia al lettore un quesito differente: e se nella realtà i supereroi fossero solo dei velleitari, ignoranti e razzisti, tanto simili in spirito ai concorrenti di un qualsiasi reality show?
Se era la realtà che volevate... Beh, eccola servita. Se non vi piace, non lamentatevi. Perché si ride, è vero. Ma a denti stretti. Si fa il tifo per il nemico, e ci si sente gelare quando i due strampalati vigilanti si trovano a fronteggiare quella che potrebbe essere la loro immagine speculare: una bellicosa ronda padana composta da gustose caricature di politici leghisti. La satira c’è, e si sente. Non morde a sangue come in Don Zauker, e probabilmente Rat-Man propone spesso parodie di scenari supereroistici più godibili. Nondimeno, X-Nerd non manca di un suo trucido interesse che nei capitoli successivi potrebbe giungere a maturazione.
X-Nerd è un fumetto comico, ma pregno di un’ironia talmente amara da far male allo stomaco. Un fumetto forse più ispirato socialmente di quanto non sembra a una prima lettura. E se guardiamo con attenzione alla cronaca di questi giorni, potremmo accorgerci che i supereroi di X-Nerd camminano già tra noi, e purtroppo si danno da fare. Magari sono davvero convinti di stare raddrizzando un torto, ma non possegono alcun reale senso di giustizia.
Neanche una briciola.
Questa recensione è stata pubblicata anche su Fumettidicarta.
[Articolo di Filippo Messina]
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