Lavorare alla riorganizzazione della Biblioteca del Fumetto è tutt'altro che semplice. Essendo stato (anche) l'archivista della fumetteria Altroquando, conosco bene le problematiche della catalogazione. E adesso, in parte, le sto rivivendo. Sia chiaro: è un dolce problema. Però rimane un problema che deve essere risolto. Durante il trasloco da uno spazio all'altro, e il periodo (un anno) della mia malattia, è arrivata tantissima roba da catalogare ex novo e a cui trovare posto. Anche questo è un problema positivo, ma ci sono momenti di burn out. Devo necessariamente separare il materiale più "consistente" della biblioteca principale (mi riferisco a volumi e miniserie di vari provenienza storica e geografica) da molte serie spillate, altrettanto interessanti, ma che negli stessi scaffali porterebbero caos cognitivo e pratico. Devo inventare uno spazio per loro da un'altra parte. Sempre nello stesso luogo, sempre come parte della biblioteca (dove tra l'altro devo vivere). Insomma, è come trovarsi a dover aprire un Mar Rosso di fumetti e passarci in mezzo. Se non credessi davvero nel progetto di tenere vivo Altroquando, oltre la sua conclusa esistenza commerciale, e fare crescere e condividere una biblioteca intitolata alla memoria di Salvatore, a quest'ora avrei incrociato le braccia. Ma come ripeto sempre a me stesso, non mi arrendo facilmente. I fumetti hanno influenzato la mia vita nel bene e nel male. Se ci schiatto in mezzo, sarà una fine poetica. Ma non è ancora tempo. Non credo, ho ancora un sacco di cose da fare. Quindi si va avanti. Grazie a tutti quelli che sostengono questo sogno pazzo. Ci sarà sempre un Altroquando.
martedì 22 settembre 2020
mercoledì 9 settembre 2020
I libri non sono mai troppi: salvare la Biblioteca Itinerante Pietro Tramonte di Palermo
L'hashtag è #ilibrinonsonomaitroppi.
L'iniziativa è quella di sostenere la Biblioteca Privata Itinerante "Pietro Tramonte", affinché Palermo non volti lo sguardo e questo spazio culturale spontaneo possa sopravvivere. In queste ore il titolare ha ricevuto un verbale di chiusura con la motivazione che i libri sarebbero troppi. Pertanto la biblioteca a cielo aperto in piazza Monte Santa Rosalia a Palermo, fondata sul baratto dei libri e che tanti giovani ha instradato alla lettura, rischia di scomparire. Trovate i dettagli nel link in fondo, nell'articolo de La Repubblica. L'iniziativa proposta è una lettura video di 1 minuto, da un libro a vostra scelta, seguita dal messaggio "I libri non sono mai troppi. Sostegno alla Biblioteca Itinerante Pietro Tramonte di Palermo" (e ovviamente l'hashtag #ilibrinonsonomaitroppi nel post). Facciamo in modo che questa iniziativa diventi visibile in fretta, e che delle voci si levino in modo pacifico (semplicemente leggendo un libro) per sollecitare una soluzione costruttiva. Associazioni, collettivi, privati, prendete in mano uno dei vostri libri. Apritelo e leggetelo, ad alta voce, per un solo minuto. Abbiamo bisogno che questa biblioteca che pratica il baratto e la diffusione della cultura nel centro storico di Palermo sopravviva. Allargo l'appello anche ai miei contatti non siciliani. Non è un argomento da circoscrivere alla nostra città. Ci riguarda tutti. Perché i libri ci rendono migliori. Sono una possibilità per crescere. E di sicuro non sono mai troppi. L'articolo su La Repubblicasabato 29 agosto 2020
Les Revenants
Il fotogramma nell'immagine non appartiene a "Curon", ma a "Les Revenants", e il campanile che emerge dall'acqua non è al centro della trama come nella serie italiana.
"Les Revenants", serie francese la cui prima stagione è uscita nel 2012, è uno strano caso di cult di nicchia. Amato praticamente da tutti quelli che lo hanno visto, discusso, interpretato, ma rimasto avvolto nel silenzio del pubblico generalista. Per intendersi, senza arrivare a suscitare il clamore mediatico di altre, successive, serie europee, come "Dark". Eppure "Les Revenants", con la sua trama misteriosa, la sua narrazione corale articolata su diversi piani temporali, i suoi segreti e l'atmosfera esoterica, è una delle prime serie TV che hanno fatto tesoro della ricetta presentata trionfalmente da "Lost". E con esiti artistici notevoli, che vanno da una fotografia spettacolare, alle performance di attori carismatici, alle inquietanti e bellissime musiche originali della band post-rock scozzese Mogwai. Due sole stagioni di otto episodi ciascuna. Un incipit che fa gelare il sangue per quanto è perfetto e sinistro. Una piccola folla di personaggi memorabili e grande suggestione. Prendendo spunto dal film omonimo di Robin Campillo uscito nel 2004, "Les Revenants" narra le vicende di un piccolo paese tra le montagne della Francia in cui d'un tratto e senza preavviso i morti cominciano a tornare.
Non si tratta di zombi antropofaghi come in "The Walking Dead", ma di veri e propri risorti, restituiti alla vita integri e immemori di cosa gli è successo. Naturalmente, il misterioso fenomeno non può restare senza conseguenze, e le reazioni di familiari e amici saranno le più disparate e imprevedibili. Ma l'inatteso ritorno dei cari estinti sembra non essere l'unico fenomeno inquietante. L'acqua della vicina diga ha strani movimenti, gli animali hanno comportamenti inconsueti, e i vivi lasciano trapelare parecchi segreti sepolti. Per una volta, la televisione batte il cinema, e il film di Campillo fornisce il la per una saga allegorica ed enigmatica sulla gestione del lutto, la capacità di fare i conti con il passato, la forza di reinventarsi e andare avanti.